INTERVISTA AL DR. VITTORIO SCALA, COUNTRY MANAGER E RAPPRESENTANTE GENERALE PER L’ITALIA DEI LLOYD’S
L’IMPATTO DEL COVID-19 SUI LLOYD’S E SULL’INDUSTRIA ASSICURATIVA MONDIALE
D: Buongiorno Dr. Scala. I Lloyd’s hanno annunciato venerdì scorso il risultato della prima valutazione sulle possibili perdite del mercato relative al COVID-19. Ce ne può parlare?
R: Certo. A conclusione della prima indagine eseguita presso il mercato, i Lloyd’s ritengono che i sinistri legati al coronavirus dovrebbero raggiungere una cifra compresa tra i 3 ed i 4,3 miliardi di dollari per il nostro mercato. Possiamo parlare di perdite simili a quelle registrate in occasione dell’11 settembre, nel 2001, oppure alla somma dei sinistri catastrofali registrati in seguito agli uragani Harvey, Irma e Maria del 2017. Tale previsione potrebbe incrementarsi ulteriormente qualora l’attuale fase di “lockdown” dovesse continuare per un altro trimestre.
D: Alla luce di ciò può darci qualche indicazione sulla attuale situazione finanziaria dei Lloyd’s?
R: Come confermato di recente dal nostro CEO, John Neil, in occasione della pubblicazione dei risultati di bilancio 2019, la posizione finanziaria dei Lloyd’s in questo particolare momento storico rimane molto solida. Le nostre risorse nette sono cresciute dell’8.6% ed ora ammontano a 30,6 miliardi di sterline. Ancora più importante il tasso di solvibilità dei Lloyd’s alla fine dell’esercizio scorso raggiungeva il 238%. A causa della turbolenza dei mercati finanziari negli scorsi mesi dovuti all’arrivo del COVID ed a tutte le problematiche che ha portato con sé, al 19 marzo scorso il tasso di solvibilità era diminuito a 205% che significa, in ogni caso, una forza finanziaria eccezionale a disposizione dei nostri clienti e partners commerciali.
D: Esiste una stima dell’impatto del COVID-19 sull’intera industria assicurativa?
R: Per comprendere l’impatto della pandemia sull’industria assicurativa danni mondiale, abbiamo condotto uno studio economico che prende in considerazione le potenziali perdite tecniche che colpiranno il conto economico delle compagnie ma anche la diminuzione del valore degli investimenti accantonati per far fronte ai sinistri in futuro. Lo studio tiene conto delle attuali stime dei costi nell’ipotesi della prosecuzione delle misure di distanziamento e di lockdown durante tutto il 2020 e considera, inoltre, la prevista caduta del GDP a livello globale.
La stima delle perdite tecniche da COVID-19 per l’industria assicurativa nel 2020 ammonta a circa 107 miliardi di dollari – in linea con i sinistri registrati gli anni 2005 e 2017 colpiti da tre eventi catastrofali importanti (2005: uragani Katrina, Rita e Wilma e 2017: uragani Harvey, Irma e Maria). Diversamente dalla pandemia, però, questi eventi naturali erano geograficamente confinati e si sono verificati nel giro di ore o al massimo di alcuni giorni. Per il Covid-19, invece, parliamo di un impatto totalmente differente che avrà effetti di natura globale, sistemica e sicuramente a lungo termine.
A differenza di altri eventi, l’industria subirà, a causa del Covid-19, anche un crollo nel valore degli investimenti di circa 96 miliardi di dollari, portando così la previsione di perdita totale per l’industria assicurativa a 203 miliardi di dollari.
D: I Lloyd’s sono da sempre impegnati nello studio dei rischi emergenti cercando di anticiparne le possibili conseguenze. Ciò che sta accadendo può essere considerato un rischio emergente? I Lloyd’s se ne sono mai occupati nel passato?
R: Per i Lloyd’s un rischio emergente è un rischio che non è stato ancora del tutto compreso e che potrebbe avere conseguenze significative per l’industria assicurativa. E’ vero che quella del COVID-19 non è certo la prima pandemia che si è verificata nella storia dell’umanità ma sicuramente l’impatto di questo virus a livello globale si è manifestato in un modo e con una una portata del tutto inaspettata. Quindi probabilmente siamo in presenza di un rischio emergente.
I report dei Lloyd’s sono a disposizione di tutta l’industria assicurativa e non solo. I risk managers sono tra le figure più interessate da questi lavori in quanto lo scopo è quello di aprire un dibattito e far emergere la consapevolezza relativamente a possibili nuove minacce per l’umanità e le aziende.
Più volte nel corso degli ultimi anni il nostro team si è occupato delle possibili conseguenze derivanti dal verificarsi di una pandemia. Già nel 2008 i Lloyd’s hanno pubblicato il report “Pandemic: potential insurance impacts” che riletto oggi, alla luce di quanto sta accadendo, è ancora di grande attualità.
In questo report i Lloyd’s anticipavano come le pandemie siano eventi inevitabili visto il loro verificarsi a cadenze regolari nel corso della storia. Lo studio parla anche dei pesanti possibili impatti sul GDP globale e, attraverso una serie di scenari, menziona i possibili rami assicurativi che possono essere coinvolti anche se le polizze non erano state sottoscritte all’origine con l’idea di andare a coprire lo specifico rischio pandemico. Si discutono anche possibili effetti secondari e, in questo particolare momento storico, la lettura di questa parte del report risulta molto interessante, con un pensiero rivolto al futuro che ci aspetta.
Ci siamo poi, nuovamente, occupati di pandemia nel nostro importante lavoro “Lloyd’s City Risk Index”. Si tratta di uno studio condotto in collaborazione con il Centre for Risk Studies dell’Università di Cambridge che prende in considerazione 279 tra le città più importanti a livello mondiale, responsabili nel 2018 del 41% della produzione economica globale. Viene valutata l’esposizione economica di queste città nei confronti di 22 minacce divise in 5 categorie: finanza, economia e commercio; geopolitica e sicurezza; catastrofi naturali e clima; tecnologia e spazio e da ultima, salute e umanità, categoria nella quale è compreso il rischio legato alle pandemie. Fa oggi impressione vedere come la minaccia “human pandemic” risulti nello studio al quarto posto tra le 22 prese in considerazione, in base al possibile impatto economico sul GDP delle città. Nell’Europa occidentale le città più esposte citate erano Londra, Parigi e Madrid.
D: Alcuni importanti assicuratori hanno promosso iniziative di supporto ai propri clienti in questo periodo difficile. Ci può raccontare come i Lloyd’s si stanno muovendo in quest’ambito?
R: Il nostro mercato si è da subito attivato per manifestare la propria vicinanza alle aziende ed alla società. In primo luogo, è stato messo a disposizione un pacchetto di donazioni di 15 milioni di sterline integrato di recente da altri 15 milioni di sterline di capitale iniziale da utilizzare per studiare come l’industria può creare oppure ospitare strutture che diano supporto alla ripresa economica o possano mitigare gli effetti di questi eventi in futuro. Stiamo lavorando con il nostro Advisory Committee per mettere in atto una serie di iniziative volte ad aiutare in nostri clienti nel breve, medio e lungo termine. E, ovviamente, stiamo riprogrammando le iniziative esistenti legate all’innovazione attraverso la Lloyd’s Lab e la Product Innovation Facility per agevolare lo sviluppo veloce di prodotti assicurativi per rispondere alle problematiche del COVID-19.
Annunceremo a breve una serie di ulteriori iniziative che sono il risultato delle nostre collaborazioni, in queste settimane, con i governi e l’industria. Una delle idee che stiamo valutando è la creazione di “Recover Re” un veicolo assicurativo che offrirà copertura pandemia “post evento”.
Sarà mio piacere tenere informata ILLCA rispetto a tutte queste novità.
D: Parliamo dell’Italia. Nel 2020 dai dati ANIA si è evidenziato un importante riduzione della raccolta dei premi in Italia, quali sono i motivi? Quale impatto potrebbe avere tutto ciò sull’operatività del LIO?
I dati ANIA si riferiscono agli affari italiani dei Lloyd’s che ancora risultano piazzati presso il mercato di Londra. Oggi, gran parte degli affari è già stata trasferita alla Lloyd’s Insurance Company S.A. di Bruxelles, creata, come sapete, per mantenere la continuità nell’attività dei Lloyd’s in Europa. I dati relativi alla compagnia non sono ancora visibili nelle statistiche ANIA in quanto il primo bilancio consolidato della Compagnia sarà depositato nelle prossime settimane ma posso anticiparvi che la raccolta premi è rimasta in linea con gli anni precedenti.
L’ufficio italiano sta come sempre lavorando incessantemente per assicurare che li livello di servizio offerto ai nostri stakeholder siano rimanga alto e che, soprattutto i nostri corrispondenti e clienti, non debbano incontrare particolari problematiche nella fase di passaggio da Londra a Bruxelles. Si tratta, come capirete, di un grande impegno che richiede doppio sforzo ma ad oggi il feedback che ho ricevuto dai nostri partners è molto positivo. Continuiamo così!
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